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Come l’IT in Sanità può favorire la collaborazione nei processi di cura

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Lavorando in questo settore da molto tempo, ogni giorno tocchiamo con mano come le barriere all'accesso e alla condivisione dei dati possano ostacolare l'innovazione. Bloccare l’accesso ai dati significa, in fin dei conti, bloccare non solo la condivisione, ma anche la collaborazione tra professionisti sanitari e IT. Collaborazione che tutti abbiamo capito essere essenziale per fornire cure di alta qualità.

Lo standard Fast Healthcare Interoperability Resources (FHIR), che ormai è diventato il modello di interoperabilità anche in Italia (è previsto dalle nuove linee guida del Fascicolo Sanitario Elettronico) permette di superare questi ostacoli perché consente di alimentare soluzioni sanitarie basate sui dati, facilitando la collaborazione tra le parti interessate dell'ecosistema come mai prima d'ora.

Secondo un sondaggio realizzato da Sage Growth Partners, solo il 20% dei dirigenti sanitari ha piena fiducia nei propri dati. Metà dei dirigenti afferma infatti che l'integrazione e l'interoperabilità dei dati, quando non funzionano, rappresentino il più grande ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi strategici. Circa l'80% di questi dirigenti afferma che la creazione e la condivisione di dati di alta qualità all'interno della propria organizzazione è una priorità assoluta.

Nel nostro paese, secondo le recenti analisi dell’Osservatorio dell’Innovazione in Sanità Digitale del Politecnico di Milano, in una ricerca svolta sulle Direzioni Strategiche delle strutture sanitarie italiane, è emerso come il 64% dei direttori di struttura ritenga rilevanti gli investimenti del PNRR in soluzioni che garantiscano la raccolta del dato di cura del paziente, come la Cartella Clinica Elettronica: il 60% delle aziende sanitarie ha infatti intenzione di investire in questo ambito. A seguire, i direttori ritengono importante investire sui sistemi per l’integrazione ospedale-territorio e in particolare la Telemedicina e le soluzioni che consentono l’integrazione con sistemi regionali e/o nazionali come il Fascicolo sanitario elettronico.

In tutto questo, l'integrazione attraverso lo standard FHIR può rappresentare un punto di svolta.

Interoperabilità e assistenza collaborativa: da dove partire?

Non c'è dubbio che riunire gli stakeholders del settore sanitario (medici, operatori sanitari, decisori sanitari, etc..) per scambiare informazioni e conoscenze porterà a risultati migliori per i pazienti. Per raggiungere questo obbiettivo ci vuole un Information Technology collaborativa.

Ciò significa raggiungere l'interoperabilità delle informazioni sanitarie, che si tratti di risultati dei test, dati di monitoraggio dei pazienti, informazioni sui reclami o cartelle cliniche elettroniche (EHR). Con i dati sanitari sempre più voluminosi e frammentati, l'accesso ai dati da più sistemi, in tempo reale e da un'unica applicazione, consente alle parti interessate di creare rapidamente un piano di assistenza personalizzato.

FHIR è il futuro dell'interoperabilità sanitaria perché permette alle organizzazioni di condividere circa 150 "risorse" sanitarie, come farmaci, dati sui dispositivi medici, e altri dati ospitati sulla cartella clinica elettronica e altri sistemi.

Il nuovo fascicolo sanitario, così come indicato dalle nuove linee guida nazionali dovrà essere realizzato secondo questo standard internazionale. Lo stanno già utilizzando in tutto il mondo ed è proprio grazie a FIHR che si può parlare di Information Technology al servizio dell’assistenza medica integrata e collaborativa.

Ed è un vantaggio anche (e soprattutto) per i pazienti: potranno accedere alle informazioni sanitarie personali con il semplice tocco di un dito, utilizzando interfacce di programmazione delle applicazioni (API) basate su FHIR per estrarre i dati sanitari dai loro dispositivi mobili.

Sfruttare l’interoperabilità per trasformare l'assistenza

I servizi cloud InterSystems IRIS for Health e InterSystems HealthShare® sfruttano FHIR per supportare l'interoperabilità. Ad esempio, il progetto HL7 Da Vinci è un'iniziativa attraverso la quale esperti IT sanitari e leader del settore lavorano per migliorare la condivisione dei dati tra le comunità sfruttando HL7 FHIR. Il progetto si concentra sulla riduzione dei costi, sull'accesso dei membri, sul miglioramento dei processi e sullo scambio di dati clinici. Ad esempio, Rhodes Group, che fornisce software per i laboratori clinici , si è affidata a InterSystems IRIS for Health per la realizzazione della sua nuova applicazione mobile per la flebotomia, e-MyLabCollect.

In Italia, i nostri sistemi alimentati da FIHR aiutano realtà come la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS: con l’implementazione della cartella clinica digitale in Radioterapia oncologica presso il centro Gemelli ART, si avvicina il completamento del progetto Sistema Informativo Ospedaliero, un’ iniziativa di trasformazione digitale ambiziosa e di grande portata che consente oggi al Policlinico di raccogliere in maniera integrata i dati clinici e amministrativi dei pazienti nei vari setting assistenziali. Nelle sue evoluzioni faciliterà l’elaborazione dei dati per la ricerca e sarà arricchito con algoritmi di Intelligenza Artificiale che aiuteranno i medici nella pratica clinica. Basato sulla soluzione InterSystems TrakCare, il sistema è un vero e proprio “Dossier Sanitario Elettronico” che permette un’agevole consultazione di tutta la storia clinica del paziente, ora esteso in tutti i reparti e i seimila dipendenti del Policlinico.

Guardando a ciò che è in cantiere e già sul mercato, è chiaro che l'integrazione FHIR trasformerà l'assistenza sanitaria. Quando operatori sanitari, pazienti, decisori sanitari possono accedere, in modo protetto e sicuro, ai dati sanitari per attività di cura a prevenzione, tutti vincono.

Articolo liberamente tratto e adattato per l'Italia dall' originale.

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