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InterSystems lancia IRIS for Health

Conferenza Stampa InterSystems IRIS for Health

La Sanità italiana ha oggi bisogno di fare passi avanti nell’utilizzo dei dati sanitari, sia per migliorare l’efficienza e il collegamento tra le strutture territoriali sia per incrementare la qualità dei servizi al cittadino. Un obiettivo realizzabile integrando i dati sanitari e rendendoli fruibili alla molteplicità dei soggetti che operano nel campo della salute e individuati nei piani di sviluppo della Missione 6 del PNRR. Un’occasione – quella dei progetti finanziati dal PNRR – che merita di essere sfruttata per migliorare la digitalizzazione della Sanità. Un tema di cui si è discusso nell’incontro organizzato lo scorso 16 marzo da InterSystems presso il World Join Center di Milano.

Michel Amous, Regional Managing Director Emea di InterSystems, pone l’accento sul problema oggi causato dalla frammentazione dei dati sanitari, dispersi in silos tra ospedali e strutture territoriali a causa dell’uso di applicazioni e formati digitali differenti. “Situazione che obbliga il cittadino a dover organizzare in proprio il percorso di cura, cosa che dovrebbe essere automatica e integrata come accade, per esempio, quando si acquista un viaggio in aereo”. Per integrare i percorsi di cura serve rendere fluido il percorso dei file sanitari: una sfida che ha già trovato valide soluzioni all’estero e, in modo limitato, in alcune realtà regionali e ospedaliere italiane. “Ce lo dicono l’esperienza maturata in 40 anni di presenza a livello internazionale nel settore dell’Informatica Medica e di 15 anni in Italia – precisa Amous -, l’impegno sui protocolli che rendono fluido lo scambio dei dati e nelle soluzioni per analizzarli e impiegarli nella Sanità”. Amous cita il ruolo di InterSystems nella creazione di Hixny, il sistema web based d’interscambio dei dati sanitari dello stato di New York. “Un servizio che conserva i file medici di 18 milioni di persone e li rende disponibili in modo sicuro a ospedali, farmacie e altre organizzazioni d’assistenza”. La tecnologia di InterSystems è oggi impiegata nella piattaforma d’integrazione dei dati sanitari della Regione Veneto e della Regione Lombardia oltre che in alcune strutture ospedaliere pubbliche, tra le quali il Policlinico Gemelli a Roma. La disponibilità dei dati aiuta la ricerca sulle terapie e l’efficienza delle strutture. Amous porta anche ad esempio una sperimentazione realizzata a Dubai per stabilire, in base ai dati clinici, se una persona in dimissione dall’ospedale rischia di ritornarci subito per un nuovo ricovero. “Un progetto che sfrutta tecnologie di Artificial Intelligence/Machine Learning e che ha raggiunto l’80% di affidabilità, utile per garantire una migliore continuità delle cure e l’efficienza nell’impiego dei servizi sanitari”.

Cesare Guidorzi, Country Manager di InterSystems in Italia sottolinea la necessità per la Sanità italiana di spendere al meglio i 15,63 miliardi di euro di finanziamenti previsti nel PNRR Missione 6, assieme alla quota parte (1% circa destinata all’ICT) dei 120 miliardi di euro stanziati ogni anno in Italia per il servizio sanitario nazionale. “Il PNRR delinea un modello di struttura territoriale e di rapporti digitali tra i servizi molto meno dipendente di oggi dall’iniziativa del cittadino – spiega il manager -. Un modello capace di raccordare i workflow sanitari, di far viaggiare il fascicolo sanitario elettronico (FSE) all’interno della filiera della salute che coinvolge medici, ospedali e strutture d’assistenza d’ogni tipo”.
Un’integrazione che migliorerà le capacità di cura anche in ambiti extraospedalieri, per esempio, nelle future Case di Comunità oppure nelle RSA o in casa, grazie alla telemedicina. Con la disponibilità dei dati sanitari diventa più facile condurre studi epidemiologici, fare ricerca di genetica e migliorare la prevenzione. “L’esperienza sviluppata in Italia e a livello internazionale ci permette di soddisfare le esigenze d’integrazione e di supporto applicativo di tutti gli attori della Sanità, con livelli di prestazioni e di scalabilità adatti al singolo ospedale così come a infrastrutture regionali o nazionali”, precisa Guidorzi.

Alessandra Mazzucco, Associate Partner di Reply, integratore italiano che ha sviluppato con InterSystems la propria piattaforma per l’innovazione della Sanità, pone l’accento sui quattro diversi livelli di maturità che caratterizzano la capacità di usare i dati in ambito sanitario. Al primo livello c’è la fruibilità dei dati sanitari ottenuta, per esempio, attraverso un portale. Segue un secondo livello che aggiunge l’interoperabilità strutturale attraverso l’uso di codifiche condivise dei flussi dati sulla piattaforma regionale. “Questi due livelli sono già una realtà nelle regioni più avanzate sotto il profilo della digitalizzazione sanitaria, come Veneto e Lombardia – spiega Mazzucco -. La prospettiva è impiegare i fondi PNRR per fare passi avanti ulteriori”. In gioco c’è il terzo livello, che estende l’interoperabilità alla semantica dei dati e poi il quarto, che aggiunge l’interoperabilità organizzativa. “Con i più alti livelli di maturità nell’uso dei dati si hanno le capacità per realizzare processi di cura unitari, dove il paziente dimesso dall’ospedale viene preso in carico automaticamente dalle altre strutture di convalescenza e assistenza territoriale o domiciliare”.

IRIS for Health tecnologia pronta per l’innovazione della sanità

Il valore che la soluzione InterSystems IRIS for Health porta nei progetti d’innovazione digitale della Sanità italiana non è solo nel supporto all’integrazione, alla gestione e analisi delle informazioni sanitarie, ma è quello di una piattaforma aperta, adatta ai futuri sviluppi. IRIS for Health ha in dote le funzionalità che consentono d’implementare velocemente il supporto ai differenti servizi sanitari sia dal lato operativo sia del paziente: “La Sanità ha esigenze simili in tutto il mondo e non serve reinventare nulla, come accade quando le soluzioni software non sono specifici e non collaudati nell’ambito sanitario”, spiega Guidorzi, lamentando come nelle gare della Sanità italiana si dia più considerazione alle ore uomo per lo sviluppo che non all’impiego di software già pronti e veloci da customizzare.

Davide Marescotti, Sales Engineer di InterSystems ci dà qualche ulteriore indizio sulla maturità delle scelte informatiche delle strutture ospedaliere pubbliche. “Spesso i dirigenti sono più interessati ai benefici immediati della gestione piuttosto che alla creazione di un circuito d’interscambio territoriale in grado di migliorare i servizi per il cittadino – spiega il manager -. Un interesse che riscontriamo invece a livello regionale. A cominciare dal Veneto, dove l’avanzamento dei progetti in corso porterà a decuplicare la mole di dati gestiti con la nostra piattaforma e in Lombardia”. L’utilizzo dei protocolli standard HL7 e FHIR per una integrazione a largo spettro dei dati sanitari non è comunque dietro l’angolo. “Questo perché ad oggi in Italia si lavora ancora con protocolli legacy che sono diversi su base regionale”, precisa Marescotti. I system integrator apprezzano la capacità della piattaforma IRIS for Health di unire l’integrazione multiprotocollo con le funzioni di database multimodello e di application server a supporto delle applicazioni. “La disponibilità di componenti applicative pronte, sia nostre sia delle terze parti, velocizza l’implementazione dei servizi. Questo è ciò che differenzia IRIS for Health dall’impiego di soluzioni puntuali o generaliste, assieme alla scalabilità del motore database proprietario, adatto a gestire in sicurezza i dati clinici di decine di milioni di persone”, conclude Marescotti.

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